Lexus LFA è il nome della ipersportiva che la casa giapponese ha presentato alla 41ma edizione del Salone di Tokyo (24 ottobre- 4 novembre) candidandosi ad esserne la vedette assoluta. Per la sua prima coupé 2 posti, Lexus ha usato tre lettere al posto delle solite due e mette in gioco la propria immagine di qualità, comfort e rispetto dell’ambiente con l’ibrido, in una vettura che non ha niente a che fare con la propria ventennale storia e presenta soluzioni e tecnologie esclusive, nuove in assoluto per tutto il gruppo Toyota e riservate solo alla LFA. Questo mostro capace di sfidare Ferrari, Lamborghini e Porsche, punta a un tipo di clientela forse anche più esclusivo. Saranno infatti solo 500 gli esemplari prodotti presso lo stabilimento di Motomachi con un prezzo di 375mila euro. Saranno fatti tutti a mano su ordinazione, a partire dalla fine del 2010 al ritmo di 20 pezzi al mese.
La storia della LFA nasce 9 anni fa, quando fu creato un team di lavoro capitanato dall’ingegnere capo, Haruhiko Tanahashi. Che la Lexus stesse lavorando a una sportiva come questa si seppe nel 2005 quando, in occasione del NAIAS di Detroit, fu presentata la LF-A (con il trattino), una sportiva due posti a trazione posteriore con motore anteriore-centrale da oltre 500 CV e frazionamento V10, quello allora usato in Formula 1.
La LFA mantiene quello che il prototipo prometteva, anzi offre di più: è infatti una coupé due posti a motore anteriore-centrale e trazione posteriore lunga 4,505 mm, alta 1.220, larga 1.895 e con un passo di 2.605 mm. Curatissima l’aerodinamica con un cx di 0,31 e un evidente studio in funzione della deportanza. A questo proposito, c’è anche uno spoiler posteriore che fuoriesce dalla coda sopra gli 80 km/h. Il V10 di 4,8 litri eroga ben 560 CV a 8.700 giri/min (116,5 CV/litro) ed il cambio sequenziale è a 6 rapporti in blocco con il differenziale di tipo Torsen.
Il V10 è un vero e proprio motore da corsa: ha le bancate a 72°, valvole e bielle in titanio, pistoni in alluminio forgiato, la lubrificazione a carter secco, farfalle singole, scarico in titanio con collettori del tipo “a spaghetti” per avere identica lunghezza e coperchi della distribuzione in magnesio. La coppia non meraviglia tanto per il valore massimo (480 Nm a 6.800 giri/min), quanto per l’erogazione: il 90% è disponibile da 3.700 giri/min fino al regime massimo di 9.000 giri/min. Pesa come un V8 ed è Euro 5, è piccolo come un V6 e anche lui verrà montato tutto a mano da un addetto che vi apporrà alla fine la propria firma.
Il cambio sequenziale a 6 rapporti è sistemato al retrotreno in blocco con il differenziale Torsen in modo da avere il 52% delle masse al retrotreno. La LFA pesa 1.480 kg pari a un rapporto peso/potenza di 2,64 kg/CV.
Merito di questo risultato è la scocca per il 65% in carbonio, una tecnologia che la Lexus ha sviluppato all’interno per tre anni in vista di un suo possibile utilizzo anche sulle future automobili in gamma.
Le sue prestazioni: 0-100 km/h in 3,7 secondi e 325 km/h di velocità massima.
La portiera si apre premendo sopra il bordo che percorre la portiera fino alla presa d’aria laterale superiore. Il vetro è naturalmente senza cornice, la pelle rossa avvolge i sedili in carbonio che hanno cinture imbottite solo a due punti e un ingegnoso sistema di regolazione elettrico attraverso una sola leva posizionata sul lato esterno della seduta. La plancia è del tutto simile a quella del prototipo ed è avveniristica.
Il tunnel centrale è privo di leve, rivestito in titanio e completo del joystick a forma di mouse che comanda il sistema multimediale con schermo da 7 pollici. Il sistema audio è Mark Levinson a 12 altoparlanti. La strumentazione ha un solo quadrante, ma è un vero capolavoro perché è composta da uno schermo TFT accoppiato ad una ghiera metallica che, se necessario, si sposta lateralmente per fare spazio a ogni tipo di indicazione.


il video ufficiale
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