
In tempi di grande massificazione, si potrebbe correre il rischio di non poter più apparire al meglio con un’ auto che, sia pur dotata, non offra quel tocco di originalità che solo una old style può dare. A correre ai ripari, allora pensa Bugatti con la sua Rumen, dal nome del suo costruttore, Antonoy Roumen, bulgaro di nascita e nazionalizzato italiano che, con sapienza e professionalità, ha vestito di antico una modernissima vettura biposto sportiva con tanta tecnologia nascosta sotto la livrea, primi novecento, abilmente ”cucitale” addosso.

Lo sguardo furtivo sulla vettura ci dimostra immediatamente che tanto di buono è stato fatto in quest’ auto, fin dai cerchi a raggera , 155 anteriori e 185 posteriori, per poi continuare alle fiancate, morbide e larghe, forse troppo, a configurare due comodi posti interni e un piccolo bagagliaio stile inizio del secolo scorso.

La Rumen, si scrive così, senza la ” O ” del cognome del suo progettista, pesa pochissimo, 500 chilogrammi, è offerta in serie limitatissima, 25 esemplari in tutto, in versione bicolore con due grandi ganci cromati a tenere ben chiuso il cofano motore in marcia. Il respiro è perfettamente riproducente la calda atmosfera degli anni cui si ispira la vettura, era in cui l’ auto non era un bene di lusso, ma il segno esclusivo per pochissimi quando avercela significava appartenere ad un’ altra dimensione. Questi accenni marcati del passato si evincono nelle forme e nei particolari della RUMEN, a cominciare dalla mascherina e dalle prese d’ aria anteriori, così come nei gruppi ottici, quando, più semplicemente, si chiamavano, fanaleria.

Le dimensioni sono contenute, 3,39 metri in lunghezza e 1,21 in altezza, ma dentro non si viaggia male, certo bisogna fare l’ abitudine a guidarla a cominciare dagli specchietti retrovisori, che di fatto non riproducono quasi niente, tanto piccoli e mal collocati sono, ma dentro l’ abitacolo c’è l’ indispensabile e di buona qualità. La plancia in rigoroso legno racchiude gli strumenti di bordo, con i classici indicatori a lancetta che fanno ancora la loro figura in centro.

Grandi, luminosi, sembrano già ingialliti dal tempo. La visibilità interna è limitata anche anteriormente, per via dello schiacciamento che si riceve sedendosi e stando troppo ribassati rispetto all’ intero volume dell’ auto. Il bagagliaio è proprio quello di una volta, quando ci si muoveva per tragitti limitati e, comunque, ci si portava appresso lo stretto indispensabile.

La dotazione di serie è quasi nascosta in Rumen. Esiste un valido impianto di climatizzazione, così come la dotazione riguardo la sicurezza è garantita anche dall’ ABS, la carrozzeria offre una buona protezione anche se a vederla sembrerebbe fragile, eppure è costituita da fibra di carbonio resistente e deformabile agli urti. Il propulsore, un 698 cc a tre cilindri assistito da un sei marce manuale.

La Rumen viene offerta con potenze di 61, 75 e 100 cavalli che, visto il peso, rende briose partenze e viaggi entusiasmanti e spediti a chi vuole aver l’ impressione di riuscire a fermare il tempo, sia pure con un’ auto. Il prezzo, invece, appartiene alla nostra era ed è anche ” salato “, ben 50.000 euro… ma vuoi mettere il piacere antico di un viaggio nel passato?

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