
Che la Suzuki guardasse all’ Italia con questo modello, lo si percepisce innanzitutto dal nome, Verona. Che a disegnare lo stile di questa vettura ci fossero designers del Belpaese, lo si evince guardando il disegno complessivo della Verona, molto occidentalizzato ma, onestamente, non troppo italianizzato, quando si mettono al lavoro per proprio conto i nostri stilisti san fare di meglio…

Comunque, il risultato è una vettura anonima, di costruzione giapponese, di disegno a metà strada fra l’ oriente e l’ occidente e di meccanica in parte Suzuki, in parte, per quanto riguarda il propulsore, Porsche e, in un mondo che aspira alla globalizzazione ad ogni costo, se i risultati sono quelli raggiunti con la Verona, diciamo che di strada per ottenere un prodotto impeccabile, quando ci si mette in troppi a lavorarci su, se ne dovrà ancora fare.

La Verona convince poco, all’ interno non brilla sicuramente per dotazioni di bordo, neanche nella versione 2006 che avrebbe dovuto essere aggiornata di tutto punto. La climatizzazione è manuale, l’ impianto radio fornito dispone al massimo di sei altoparlanti, il confort è buono solo per i passeggeri anteriori, i posteriori soffrono uno spazio non del tutto adeguato, urtando con le ginocchia gli schienali anteriori.

All’ esterno nulla ci sembra particolarmente degno di nota, anzi, a voler ben guardare, la vettura pare che conservi delle forme un po’ retrò, persino demodé, come certe bombature un po’ fuori luogo soprattutto nella parte posteriore e, oltretutto, lo sguardo dall’ esterno tradisce persino l’ impressione di un’ auto adeguatamente confortevole, visto il risultato ottenuto all’ interno. Il bagagliaio è comunque adeguato per la categoria. I cerchi sono in acciaio da 15 pollici solo a richiesta i più moderni cerchi in lega.

Per quanto riguarda il propulsore, come detto, è stato costruito insieme a Porsche, parliamo di un 2,5 litri a sei cilindri da 155 Cv.con trasmissione automatica a 4 rapporti, sospensioni a ruote indipendenti con sistema Mac Pherson. I freni sono a disco sulle quattro ruote, autoventilati gli anteriori . La vettura ha un ottima tenuta, tiene bene la strada e affronta le asperità di quest’ ultima, così come le curve, anche strette, senza indecisioni.

Il motore non è troppo brillante, offrendo, tuttavia, discreti spunti e velocità adeguata. Dimostra una buona potenza ma, soprattutto in fase di accelerazione, è eccessivamente rumoroso, forse perché la vettura non è ben insonorizzata.

In conclusione, a parte il prezzo interessante, meno di 20.000 euro, da una berlina che accosta al suo nome una città italiana, segno di riconoscimento al nostro Paese, ci si aspettava veramente di più!
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