
Connaught, una Casa automobilistica inglese che pochi ricordano, ha avuto un passato glorioso riconducibile alle vittorie degli inizi anni cinquanta; poi, il vuoto assoluto. Ma oggi l’ auto viene riesumata per iniziativa di tre intraprendenti ingegneri-proggettisti, in ” pensione ” di due grandi marchi, Jaguar e Saab, con un solo pallino in testa: far resuscitare dal limbo in cui era finita la Connaught con il modello Syracuse GT.

Già solo questo fatto avrebbe dell’ incredibile, ma se poi si osservano gli sforzi cui i tre professionisti hanno puntato, il risultato non è più soltanto incredibile, ma persino inverosimile. Perché, oltre ad essere un coupè da 300 cavalli, capace di raggiungere i 300 orari, Syracuse, il cui nome si ispira alla nota Siracusa ,città siciliana, ove un modello della Casa in illo tempore conquistò un trofeo, pesa soltanto 850 chilogrammi, fatto più unico che raro in vetture del genere.

Dunque, parliamo di una vera sportiva e come non esserlo con queste prestazioni. Il dilemma che ora occupa le menti dei nostalgici della Casa inglese o dei tradizionalisti in genere è un altro. Ma la Syracuse, veste i panni di una sportiva o no? O più semplicemente, ha linee e forme da supercar? A questo punto la risposta è molto soggettiva, in effetti l’ auto inglese ha linee troppo personali e decise per sembrare una vera sportiva. Qualcuno osa definirla un’ auto solo stradale e un’ occhiata alle immagini farebbero propendere per questa tesi tanto da far sembrare, l’ auto in questione, più una coupè tradizionale che una supercar.

Una supercar particolarissima, con i suoi quattro metri e 25, una sorta di media cilindrata. Ma è negli interni che spiccano doti uniche della Syracuse, comodi per due adulti ” anteriori “, improbabili per due passeggeri ” posteriori” a meno che non si tratti di bambini e neanche troppo sviluppati, ma al di là degli spazi, l’ auto, oltre ad essere originale è anche curata, con la pelle nei sedili, con gli strumenti classici a far bella mostra di essi e con tanto alluminio che si fonde ancora con la pelle anche della corona del volante, per tornare all’ alluminio della leva del cambio e culminare col tasto rosso dell’accensione.
Su strada, Syracuse, è una goduria, accelera e si riallinea con una prontezza senza uguali, grazie alla particolare geometria dei componenti del motore, alle dimensioni limitate e al ridotto peso della vettura. Basti pensare che da ferma, i 100 orari li raggiunge in soli 5 secondi e il cambio a cinque marce, pur non avendo natali di prestigio, visto che deriva dal pulmino Transit della Ford, è abbastanza preciso e puntuale. I cerchi sono generosi, 19 pollici, come le coperture,245/35. Tutto questo partecipa attivamente ad una tenuta di strada eccezionale con un assetto da vera sportiva.
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