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mercoledì 19 marzo 2014

Lamborghini Marzal

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Dal connubio che prese il via ben 40 anni fa, fra la Lamborghini e Bertone, nacque all’epoca una chicca del design italiano denominata Marzal.

La Marzal, purtroppo, restò una concept car, cosa che non accadde alla Miura che invece venne prodotta in serie. Ma il lavoro che fu eseguito con Marzal fu propedeutico per la stesura del progetto e successiva produzione della Espada, un’avvenente 4 posti.

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Da citare anche lo stilista che entrò nell’equipe di lavoro per la realizzazione di Miura e di Espada che operava in strettissimo rapporto con Bertone, Marcello Gandini, la cui fama e professionalità diventò tale da proseguire il suo lavoro incessantemente anche con altri modelli Lamborghini fino alla produzione della Diablo.

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Tornando alla Marzal, si notò immediatamente l’ampissimo abitacolo, pur se per quattro persone e gli elementi moderni e futuristici per i tempi, come l’apertura delle portiere di tipo alato, che oggi vengono montate solo sulle supercar, così come le ampie vetrate che sormontavano anche il tetto, i nuovi paraurti in gomma in grado di ben proteggere la struttura e i comodi e gradevolissimi sedili in pelle color argento.

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Ottimo e potente il propulsore, un 2,0 litri a 6 cilindri in posizione centrale posteriore di derivazione Miura la quale montava un motore di cilindrata perfettamente doppia anche in numero di cilindri, dodici. Ciò fu fatto, in Marzal, per rendere più adeguato l’abitacolo, visto che di sportiva risarebbe trattato, nel caso l’avessero mai prodotta in serie, ma pur sempre di un’auto anche per l’uso quotidiano.

Come detto, la Marzal non vide mai la luce, ma il lavoro che fu eseguito, come visto, non fu per niente inutile.

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