I tratti incofondibili della matita di Giugiaro hanno disegnato questa concept supersportiva, la Namir (in arabo significa tigre), frutto della collaborazione tra Italdesign e Frazer-Nash, società specializzata nella progettazione di sistemi ibridi.
Malgrado le forme da bolide possano far pensare il contrario, il cuore della vettura è ecologico: ha un sosfisticato motore rotativo di 814 cm3 abbinato a quattro propulsori elettrici, uno schema che promette emissioni di CO2 da scooter (60 g/km) e percorrenze di 39 km al litro.
L'apparenza, comunque, inganna solo in parte, perché la Namir è davvero un "missile": dovrebbe raggiungere i 300 orari con accelerazioni brucianti grazie all'energia dei moduli elettrici.
Due posti secchi, muso lunghissimo e affusolato, cabina di comando da nave spaziale testimoniano un design al limite della provocazione, a cui Giugiaro ci ha ormai abituato con le sue più recenti concept, come la Quaranta.
Altrettanto avanzata è la meccanica: chassis monoscocca in fibra di carbonio, trazione integrale elettrica (con i motori collocati su ogni singola ruota), motore termico in posizione centrale, sospensioni a triangoli.
L'energia necessaria per alimentare il climatizzatore è fornita in parte dai pannelli solari. Un'altra soluzione altamente tecnologica sono gli schermi touch screen nell'abitacolo che forniscono informazioni sullo stato di carica delle batterie.
Al battesimo virtuale sulla pista di Monza la Namir ha fatto registrare un tempo sul giro pari a 1'51", ma per il momento si tratta solo di una simulazione al computer. Ancora per poco perché, come ha sottolineato Fabrizio Giugiaro, "questa vettura non è soltanto un esercizio di stile".
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Fonte: quattroruote.it
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